Piero Fumo, Architetto

Vivere ed abitare nel modo a noi abituale è l’unica possibilità, oppure ve ne sono altre?

Studiare la storia, la cultura e le attuali problematiche di vita dei Rom e dei Sinti, confrontarsi con temi come nomadismo e stanzialità, permette di comprendere quanto siano importanti, oltre alla conoscenza dei luoghi, il dialogo con gli individui e il loro coinvolgimento, per ritrovare la qualità dell’abitare e dell’integrazione sociale, all’interno di parti di città che hanno perso queste caratteristiche o non le hanno mai possedute.

All’inizio degli anni ’90 viene fondato n! studio insieme a numerosi amici e compagni di università e di riflessione politica ed è concepito come luogo di elaborazione collettiva di idee, tra arte e architettura.

In questo ambito unico ed irripetibile, è stato possibile effettuare sperimentazioni che sondavano il rapporto tra ricerca artistica, progettazione architettonica e innovazione tecnologica, come durante la progettazione e la realizzazione del Museo del Fiume di Nazzano, dell’allestimento dello spazio espositivo nella VI Biennale internazionale di architettura di Venezia e dei numerosi concorsi internazionali di progettazione.

p.fumo@awn.it

L’architettura è uno strumento per migliorare la condizione delle persone, nella loro individualità e nel sociale. È necessario tenere un comportamento coerente, responsabile, attento all’impatto sull’ambiente e sulla salute delle persone, che l’impostazione progettuale e la scelta dei materiali comporta.

Comprendere come alcuni insediamenti umani siano stati pensati al momento della loro edificazione, permette di riproporne criticamente l’approccio con il paesaggio, svelando quest’aspetto al visitatore, come nel caso dell’intervento di adeguamento di Piazza Grecia e della progettazione del giardino di viale Germania, nel Villaggio Olimpico.

In modo simile, lo studio dell’architettura moderna può condurre in alcuni luoghi di Roma, come la Garbatella, particolarmente interessanti dal punto di vista della ricerca architettonica urbana, da valorizzare attraverso il loro studio e restauro.

Selezionare le priorità è altrettanto importante della coerenza formale o della scelta di materiali a basso impatto ambientale. Nel caso del centro diurno progettato per i bambini di Polana Caniço, si è scelto di articolare l’edificio intorno a un albero di mango.

L’idea preminente era di far comprendere ai piccoli ospiti, che è possibile migliorare la propria vita riqualificando il quartiere di abitazioni precarie, a partire dalla valorizzazione del verde.

Il verde attualmente caratterizza tutta la città di Maputo, ma rischia di soccombere alla speculazione edilizia.

L’albero è tra l’altro un elemento distintivo dell’abitazione tradizionale locale, sia dal punto di vista funzionale che estetico e contribuisce a integrare tra loro gli spazi domestici chiusi ed aperti.

In particolare nella progettazione d’interni l’obiettivo è quello di dare una forma, ai programmi e alle richieste delle persone, compiendo scelte estetiche che abbiano un senso, seguano un pensiero chiaro ed abbiano un riscontro pratico sul piano emotivo e psicologico, oltre che funzionale.

L’uso di materiali naturali e del verde, hanno l’intento di migliorare la qualità dell’abitare e di riconciliare l’individuo con la natura.

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